Questo inizio di anno è stato particolarmente sfidante. Dopo essermi concessa un paio di giorni di lamento ed auto commiserazione , ho scelto di accettare le sfide che l’Universo aveva in programma per me. Tutto ciò che arriva è un’occasione per crescere, comprendere, migliorare.

Ho iniziato a riflettere su come sia veramente semplice rintanarsi nella propria confort zone .

Tutti quanti noi abbiamo questa “zona”, una sorta di spazio psicologico dove rimaniamo in contatto con una serie Confort di elementi che ci infondono sicurezza e comfort, preservandoci (apparentemente ) da stress , ansie e fatiche .

La famiglia, una ristretta cerchia di amici, rituali quotidiani, oggetti, abiti, gusti alimentari, acconciature di capelli immutabili dai tempi del liceo .. insomma tutto quello che conosciamo perfettamente, che sentiamo come calzante e sopratutto  sicuro.

E veramente importante poter contare su queste risorse, il lato meno utile della comfort zone è che a volte , proprio come un abbraccio un po’ troppo serrato della mamma,  impedisce di mettersi alla prova, di uscire ed affrontare il nuovo, il diverso, lo scomodo.

A volte sono imput esterni che sollecitano una nostra risposta. Cercare un lavoro nuovo, sperimentarsi in una nuova attività, conoscere persone …

Altre volte gli imput sono interni, possono essere ad esempio emozioni che scombussolano, ma che non  sorprendono perchè le conosciamo già.

Non ci piacciono neppure .

Anche in ambito emotivo abbiamo la nostra comfort zone, e spesso non vogliamo  ammettere che  proviamo certe emozioni.

Perchè il nostro giudice interiore ci biasima, puntando il dito contro, facendoci sentire sbagliati, gretti, poco “evoluti”in un cammino di crescita spirituale.

Prenderne atto, cercando di capire cosa le suscita, ci permette di trovare la chiave di lettura .

Da li , al non reagire più inconsapevolmente ,è davvero passo breve.

Una sorta di vocabolario delle emozioni scomode.

Dove potremo guardare in faccia queste nostre parti e comprendere insieme perchè si palesano, da dove arrivano e soprattutto, come non farsi dominare.

Visto che si avvicina il carnevale potremmo dir loro : ” Ti conosco mascherina! “.

Inizierò dall’ Invidia.